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90 minuti per una soluzione finale

Quando si parla di “soluzione finale”, cioè del piano nazista di sterminio degli ebrei in Europa, si è soliti fare riferimento alla Conferenza di Wannsee del 20 gennaio 1942. Cosa si decise in questa conferenza? Fu proprio lì che fu ideato il folle piano?

Ad organizzare questa conferenza fu il Generale delle SS Reinhard Heydrich. Come sede dell’incontro fu scelta un’elegante villa in un sobborgo di Berlino, sulle rive del lago Wannsee, sede della Sicherheitspolizei (o Sipo), la polizia di sicurezza, di cui era direttore proprio Heydrich. All’incontro parteciparono quindici alti dirigenti del regime, tra cui Adolf Eichmann.

Pochi minuti per una soluzione finale

Grazie al ritrovamento, nel 1947, del verbale dell’incontro, e agli atti dell’interrogatorio ad Eichmann, avvenuto nel processo del 1961, è possibile ricostruire in modo dettagliato cosa venne deciso a Wannsee.

La prima cosa che salta agli occhi è la durata della conferenza: soltanto 90 minuti. Un’ora e mezza furono sufficienti per decidere le modalità di sterminio degli ebrei in Europa: 11 milioni di persone, secondo le stime dello stesso Heydrich!

Le vere origini della soluzione finale

La decisione di arrivare a uno sterminio definitivo degli ebrei nacque dalla consapevolezza che il piano precedente, e cioè quello di un’emigrazione forzata (esisteva addirittura un piano, poi abbandonato, di evacuazione di tutti gli ebrei nell’isola di Madagascar), non era attuabile. Era perciò necessario trovare una soluzione diversa, una soluzione finale.

Di fatto, a Wannsee non si fece altro che ratificare qualcosa che era già stato deciso e iniziato mesi prima. Già nel luglio del 1941, Hermann Göring aveva incaricato Heydrich di trovare una soluzione per il problema ebraico, sollecitata da Hitler. E proprio nell’estate di quell’anno lo sterminio era cominciato con fucilazioni di massa nei territori dell’Unione Sovietica invasi dall’esercito tedesco.
Ma per uno sterminio di quelle proporzioni, la fucilazione era un metodo poco economico ed efficace. A Wannsee si ratificò un sistema più efficace: trasferimento degli ebrei ad est, impiego in lavoro coatto fino allo sfinimento e alla morte, sterminio nei campi di concentramento che via via venivano costruiti nei territori occupati.
Leggiamo nel verbale:

“Nel quadro della soluzione finale della questione ebraica e sotto la necessaria guida, gli ebrei devono essere utilizzati all’Est nei compiti lavorativi giudicati più opportuni. Inquadrati in grandi colonne e separati per sesso, gli ebrei abili al lavoro saranno condotti in quei territori a costruire strade, operazione durante la quale senza dubbio una gran parte di loro soccomberà per riduzione naturale. Il nucleo che alla fine sopravviverà a tutto questo, e si tratterà della parte dotata della maggiore resistenza, dovrà essere trattato in maniera adeguata, poiché rappresentando il frutto di una selezione naturale, qualora fosse lasciato andare libero, dovrebbe essere considerato la cellula germinale di una nuova rinascita ebraica”.

Wannsee e Terezin

Nei drammatici e folli 90 minuti della conferenza vennero prese anche alcune decisioni rispetto a particolari situazioni riguardanti gli ebrei. Si discusse, ad esempio, su cosa fare delle persone di “sangue misto” e dei matrimoni misti. Su questo, i membri della conferenza presero decisioni molto minuziose e diversificate, in base alle varie situazioni.
A Wannsee, inoltre, Heydrick informò gli altri gerarchi nazisti presenti della realizzazione di un ghetto “speciale”, in cui sarebbero stati condotte alcune particolari categorie di ebrei, soprattutto anziani: eroi di guerra, personaggi del mondo della cultura, della scienza, dell’arte. Un ghetto speciale, un ghetto modello, apparentemente più sicuro, per uomini e donne che, per la loro notorietà, non potevano essere eliminati senza suscitare clamore nell’opinione pubblica. Quel ghetto era la cittadina di Terezin (Theresienstadt).

Leggiamo ancora nel verbale:

“È previsto che gli ebrei al di sopra dei 65 anni non verranno evacuati, bensì internati in un ghetto per anziani – si è pensato a Theresienstadt.
Oltre a queste classi di età – dei circa 280 000 ebrei che al 31 ottobre 1941 si trovavano nel vecchio Reich e nella Marca orientale il 30 per cento circa ha superato i 65 anni -, nel ghetto ebraico per anziani verranno accolti anche i grandi invalidi di guerra e gli ebrei decorati in guerra (croce di ferro di I classe). Tale opportuna soluzione consente di eliminare in un sol colpo i molti interventi in favore degli ebrei”.

Immagine: Heydrich e la Conferenza di Wannsee (Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Germany by Heinrich Hoffmann – Creative Commons Attribution 3.0 Unported by JoJan)