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Madri della Costituzione: un’agguerrita minoranza

Dei 556 membri dell’Assemblea Costituente, quante erano donne? Solo 21, neanche il 4% del totale. Poche, sì, ma agguerritissime e fondamentali Madri della Costituzione.

Con le elezioni e il quesito referendario del 1946, gli italiani dovevano decidere se l’Italia uscita dalla guerra e dal Ventennio fascista sarebbe stata una monarchia o una repubblica e, al tempo stesso, eleggere i membri dell’Assemblea Costituente.

Una delle grandi novità fu la partecipazione delle donne sia come elettrici che come candidate. Una delle ventuno elette dirà molti anni più tardi: “Eravamo consapevoli che il voto alle donne costituiva una tappa fondamentale della grande rivoluzione italiana del dopoguerra. Avevamo finalmente potuto votare e far eleggere le donne. E non saremmo state più considerate solo casalinghe o lavoratrici senza voce ma fautrici a pieno titolo della nuova politica italiana” (Filomena Delli Castelli, 2006).

Il lungo cammino per il diritto di voto delle donne

Una novità enorme, se si tiene conto del lungo cammino per la parità che aveva visto gravi arretramenti soprattutto durante il Ventennio fascista. Di certo, anche nei decenni precedenti la dittatura fascista la situazione non era migliore.

Basti pensare a quanto accadde nel 1906. Numerose donne si erano iscritte nelle liste elettorali, sollecitate dall’appello di Maria Montessori in cui emergeva come nessuna legge stabilisse il requisito del sesso per l’elettorato attivo. In tal senso, una sola sentenza, quella della Corte di Appello di Ancona, si era espressa favorevolmente. Fatto sta che la Corte di Cassazione annullò la sentenza affermando che la mancata attribuzione alle donne del diritto di voto era talmente “naturale” da non richiedere neppure un’espressa previsione di legge in tal senso.

Madri della Costituzione: baluardo dei diritti

Il ruolo dell’esigua minoranza di Madri costituenti fu determinante, durante i lavori dell’Assemblea, per l’affermazione dell’uguaglianza e dei diritti. Certo, almeno sulla carta: basta uno sguardo superficiale alla situazione attuale per capire che l’uguaglianza uomo-donna, pur sancita incontrovertibilmente dai principi costituzionali, ancora oggi è lontana dall’essere rispettata nei fatti.