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Lettura e apprendimento: meglio il cartaceo o il digitale?

Negli ultimi anni, si discute molto su cosa sia meglio per l’apprendimento di bambini e ragazzi: il cartaceo o il digitale? Molti studi sono stati fatti, soprattutto nell’ambito delle neuroscienze, per rispondere a questa domanda.

L’elaborazione di un singolo dato viene processato e immagazzinato dal cervello attraverso percorsi diversi in base a stimoli sensomotori ricevuti dall’esterno (vista, tatto, olfatto, udito).

I sensi, la memoria e l’apprendimento

Se osserviamo la nonna cucinare il sugo della domenica, avremo i singoli input che percorreranno strade diverse coinvolgendo le differenti aree del cervello. Quindi, pur essendo la stessa informazione, la parte visiva viene immagazzinata in una zona diversa rispetto al suono della sua voce o al profumo del sugo. Nel tempo, quando il ricordo viene richiamato alla mente da uno stimolo (come, ad esempio, sentire nuovamente l’odore di un buon sughetto), il cervello ricompone il ricordo riattingendo a tutte le informazioni dalle diverse aree.

Ogni singolo stimolo accresce la “qualità“ dei dati immagazzinati. Questo vale anche per l’apprendimento scolastico. Nell’incamerare informazioni scritte su un supporto cartaceo come un libro, sono coinvolti più sensi rispetto a quanto accade su un supporto digitale, e quindi il processo di studio e comprensione è più profondo.

Vantaggi e svantaggi dell’apprendimento digitale

Sicuramente studiare da testi digitali permette di essere più veloci e arricchire le proprie ricerche con tanti dati e termini. Ma diversi studi dimostrano che, se non si legge nel modo giusto e con i tempi giusti, quasi sempre queste conoscenze si rivelano disponibili solo a breve termine o in modo superficiale, anche a causa del fatto che elaborare un testo in digitale attraverso il “taglia e incolla” per trarne una sintesi non ci rende realmente attivi.

Ma allora, meglio il cartaceo o il digitale?

Con il cartaceo, al contrario, tutti i segnali sensoriali inviati al cervello lavorano in sinergia per rendere l’esperienza o l’apprendimento più duraturi.
Sentire tra le mani il peso del libro, girare pagina (meglio ancora se si sottolinea il testo, si prendono note a margine o si piegano gli angoli per indicare il punto dove ci si è fermati), l’odore particolare – di nuovo, di vecchio, di inchiostro – effuso dai fogli, il suono delle pagine che vengono girate, il costante tocco della carta… Tutto questo non è paragonabile al girare pagina con lo scroll o schiacciando un tasto.

Queste differenze permettono alla mente di usare connessioni che migliorano la catalogazione e l’archiviazione dei dati appena letti. Se poi si prendono appunti su carta, la comprensione del contenuto migliora ulteriormente, i dati si sedimentano in modo più preciso e profondo, facendo anche ricordare le sequenze delle informazioni nell’ordine corretto.

Nel caso delle letture digitali, purtroppo, c’è una iper-stimolazione della mente: la presenza di troppi link non aiuta la mente a tenere il ritmo per crearsi una mappa tattile-spaziale (come per il cartaceo, che invece permette di memorizzare l’ordine cronologico dei fatti). Con il digitale viene decisamente chiesto troppo alla nostra capacità di incamerare. La mente ha un oggettivo limite di capienza di informazioni per volta. Secondo il ricercatore George Miller, precursore della psicologia cognitiva, la memoria di breve termine riesce a processare circa 7 informazioni alla volta. Il sovraccarico risulta quindi inutile, se non addirittura dannoso.

Diverse ricerche hanno dimostrato che lo studio e la lettura digitale da cellulare, computer e tablet portano ad una superficialità del sapere e, di conseguenza, ad una rimozione molto più veloce dei dati appresi. Si è visto che, al contrario, i soggetti che avevano letto gli stessi testi su carta avevano poi ricordato maggiori dettagli ed erano soprattutto in grado di crearsi una mappa spaziale e capire meglio la sequenza degli eventi e del testo letto.
Questo vale in particolar modo per i bambini, a cui è quindi consigliabile regalare – soprattutto per quanto riguarda le letture per lo svago – libri cartacei illustrati, che stimolano maggiormente la fantasia e l’apprendimento cognitivo.

Neuroscienze e laboratori itineranti

Affidarsi ai sensi per studiare può essere un valido aiuto.
Ed è proprio partendo da questi studi e queste osservazioni che sono nati i laboratori itineranti. I cartonciniLAB, da compilare e indossare, rispondono alla necessità di un coinvolgimento più ampio dei sensi, consentendo di realizzare dei laboratori esperienziali (da svolgersi in autonomia). Per una didattica “leggera” nelle scuole, che affianchi chi insegna, senza stravolgerne i programmi e i metodi, e coinvolga chi impara, per un apprendimento quasi inconsapevole.